Alla fine di un anno di attività intenso vogliamo anzitutto ringraziare i soci, i consiglieri e tutti quelli che hanno collaborato con noi nel corso dell’anno che sta finendo. E’ stato in effetti un anno particolarmente impegnativo, che ci ha visti presenti, a livello nazionale,  su più fronti, sia sul versante dell’affidamento che su quello dell’adozione nazionale e internazionale.

Ne richiamiamo brevemente alcuni, precisando che ci limitiamo a riferire in merito a quanto svolto a livello nazionale, ma vogliamo comunque ricordare che a livello delle singole sezioni viene svolta una intensa attività volta principalmente a dare affiancamento e supporto ai genitori adottivi de affidatari e realizzata secondo modalità differenziate nelle in singole realtà.

Ricordiamo l’azione svolta per la corretta e tempestiva attuazione della legge n.173/2015 “Modifica alla legge 4 maggio 1983/ n. 184 sul diritto alla continuità affettiva dei bambini e delle bambine in affido familiareCome ben sapete l’Anfaa si è attivata nel corso degli anni per tutelare la continuità affettiva dei minori affidati e si è  molto impegnata per l’approvazione di questa legge con cui è stato finalmente riconosciuto il diritto alla continuità degli affetti del minore affidato. Qui il link: valutazione e prime applicazioni della legge 173   Infatti la  normativa non si limita a prevedere la possibilità che un minore affidato, se dichiarato adottabile, nel  suo prioritario interesse,  possa essere adottato dagli affidatari se ne hanno i requisiti, ma sottolinea anche la necessità di assicurare “la continuità delle positive relazioni socio-affettive consolidatesi durante l’affidamento” con gli affidatari anche quando egli “fa ritorno nella famiglia di origine o sia dato in affidamento ad un’altra famiglia o sia adottato da altra famiglia”. Inoltre il Legislatore valorizza il ruolo degli affidatari in tutti i procedimenti  civili  in materia  di  responsabilità  genitoriale,  di   affidamento   e   di adottabilità relativi  al  minore da loro accolto,  prevedendo la  facoltà  per gli stessi di presentare, memorie scritte  ed  introducendo l’obbligo (e non solo più la facoltà) da parte del giudici minorili,  a pena  nullità del provvedimento, di convocare gli affidatari prima di decidere sul futuro del  minore da loro accolto. L’Anfaa  ha contribuito ad elaborare in merito,  il documento congiunto approvato dal Tavolo Nazionale affidi e dal Coordinamento Nazionale Servizi Affidi, di cui il Comune di Torino ha la Segreteria nazionale    e ha partecipato al gruppo di studio promosso  dalla sen. Puglisi e coordinato dal Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Emilia Romagna Luigi Fadiga. Il gruppo ha elaborato un documento  che è stato presentato nel corso del Convegno che si è tenuto il 17 marzo u.s. a Roma su “Continuità degli affetti, istruzioni per l’uso della Legge 173/15

L’Anfaa inoltre offre consulenza e supporto  su situazioni specifiche, a tutela dei minori coinvolti. In questi ultimi mesi si sono rivolti all’Anfaa diversi affidatari, chiedendo aiuto per ottenere dalla istituzioni, dopo la conclusione dell’affidamento,  il rispetto di quanto disposto dalla legge in merito al  diritto alla continuità affettiva dei minori da loro accolti.  Spiace dover constatare che gli affidatari che sono stati più volte definiti “una preziosa risorsa” dalle Istituzioni vengano talvolta ignorati dalle stesse Istituzioni quando le loro istanze si scontrano con prassi consolidate, ma discutibili, lesive degli interessi e dei diritti dei bambini….  E’ invece possibile il mantenimento di questi rapporti che, se ben gestiti, si rivelano positivi per tutti e in molti casi, creano relazioni anche durature.  Lo sosteniamo anche nelle sedi istituzionali, in base alle positive esperienze finora realizzate da famiglie dell’Anfaa .

Abbiamo anche a lungo dibattuto come Tavolo sul tema degli affidamenti di lunga durata, una realtà che richiede, a parere di tutti riflessioni e proposte “ mirate” da rilanciare a livello nazionale: a breve sarà ultimato il testo definitivo, che vi invieremo, accompagnato dalle nostre considerazioni in merito. E’ anche in corso da parte del Tavolo nazionale affidi / CNSA  (Coordinamento Nazionale Servizi Affidi) l’elaborazione di un kit sui diritti e i doveri degli affidatari, che dovrebbe anche trattare le diverse problematiche legate agli aspetti previdenziali (ISEE, Bonus bebè, ecc…) .

Importante anche la riflessione condotta sulla drammatica situazione dei minori stranieri non accompagnati. Il 26 ottobre u.s. è stata approvata in prima lettura alla Camera, la proposta di legge (C 1658) in materia di accoglienza e  protezione dei minori stranieri non accompagnati ora trasmessa al Senato e assegnata alla Commissione Affari Costituzionali in sede referente, il 31 ottobre 2016 (S. 2583) Tra le principali novità introdotte dal testo: una modifica al testo unico sull’immigrazione che disciplina il divieto di respingimento dei minori stranieri non accompagnati alla frontiera; un sistema organico di prima e seconda accoglienza in Italia, con strutture diffuse su tutto il territorio nazionale; l’armonizzazione delle procedure di accertamento dell’età, per evitare, quando inutili, accertamenti medici invasivi, e maggiori garanzie procedurali, tra cui la presenza di mediatori culturali, anche durante l’accertamento; il rafforzamento degli istituti della tutela e dell’affido familiare e maggiori tutele per il diritto all’istruzione e alla salute, nonché per i diritti del minore durante i procedimenti amministrativi e giudiziari.

E’ questo un tema che sta esplodendo (si parla di decine di migliaia di minori di cui si sono disperse le tracce!!), molto delicato e complesso, che richiede una risposta “pensata”, articolata a calibrata sulle singole situazioni e progetti individualizzati che vedano, accanto a una risposta di accoglienza da parte della comunità civile, l’assunzione di precise responsabilità da parte delle istituzioni preposte. Per ulteriori approfondimenti rimandiamo anche al documento del Tavolo “Minorenni non accompagnati e accoglienza familiare: riflessioni e proposte

Sulla salvaguardia del diritto alla segretezza del parto va segnalato che è purtroppo ripresa alla Commissione Giustizia del Senato, la discussione del DDL n. 1978 “Modifica all’articolo 28 della legge 4 maggio 1983, n. 184, e altre disposizioni in materia di accesso alle informazioni sulle origini del figlio non riconosciuto alla nascita”. Sembrava che fosse stata accantonata, invece … Ricordiamo che questo testo contiene norme pericolose per le donne che hanno scelto e che  sceglieranno di partorire in anonimato, non riconoscendo il proprio nato al momento del parto (sono circa 90 mila in Italia dal 1950 ad oggi…) Per ulteriori approfondimenti rinviamo alla lettera aperta in difesa del diritto alla segretezza del parto 

Sempre sul tema della segretezza del parto segnaliamo che il Ministero della salute, accogliendo una richiesta dell’Anfaa ha istituito un gruppo di lavoro per arrivare alla emanazione di Linee di indirizzo per l’accoglienza ospedaliera delle gestanti che non intendono riconoscere il loro nato e la presa in carico della stessa e del neonato.

Sulle adozioni “ difficili”  continua la nostra azione volta ad ottenere i necessari sostegni: un preciso richiamo alle competenti istituzioni in questo senso è stato fatto anche nel 9° Rapporto di aggiornamento CRC sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia, 2015-2016  dal gruppo di lavoro, coordinato da Save the Children  e composto da una novantina di associazioni, di cui  fa parte anche l’Anfaa.

Significative, al riguardo, anche  le positive esperienze, che vi invitiamo a leggere, portate dalle mamme, in apertura al  Convegno organizzato dall’Anfaa  e altri  sul tema Per stare insieme e bene a scuola. Strategie di apprendimento per una didattica inclusiva e percorsi scolastici degli alunni adottati e affidati tenutosi a Torino il 22  ottobre u.s. Importante obiettivo del Convegno – oltre a offrire informazioni – partendo da una  riflessione  sulle specificità delle storie dei minori adottati e in affidamento familiare – sulla situazione attuale, in tema di raccordi istituzioni-scuole- famiglie, è stato  quello di presentare proposte per l’emanazione di Linee di indirizzo sull’inserimento scolastico dei minori affidati, a seguito di  quelle già emanate sul diritto allo studio degli allievi adottati. Le Linee di indirizzo per l’affidamento familiare preparate dalla Cabina di Regia del Progetto nazionale “Un percorso nell’affido” e approvate dalla Conferenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri nell’ottobre 2012 prevedono già espressamente, al punto 128, specifiche Raccomandazioni ed Azioni dirette all’individuazione di percorsi condivisi fra Istituzioni, Servizi ed Associazioni  interessate e alla  valorizzazione del ruolo e dell’apporto della scuola per favorire l’inclusione sociale dei minori affidati, ma le stesse, vanno approfondite ed elaborate. Su questo punto l’Assessore regionale all’istruzione Gianna Pentenero si è impegnata, d’intesa con il Direttore  dell’Ufficio scolastico regionale Franco Calcagno,  ad attivare al più presto un Tavolo di lavoro per elaborare proposte specifiche  in merito da proporre e rilanciare a livello nazionale. Il Comune di Torino ha assicurato la sua collaborazione e l’Anfaa ha confermato la propria piena disponibilità a parteciparvi.

In preparazione del Convegno era stato inoltre predisposto dai componenti del Tavolo sull’affido Comune di Torino-Associazioni, un questionario on line  sull’inserimento scolastico dei minori affidati, realizzato con la collaborazione di Paola Ricchiardi, affidataria e professore associato  presso il Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’educazione dell’Università degli studi di Torino. Il questionario è stato inviato  da CASAFFIDO del Comune di Torino ed è rivolto agli affidatari con un affidamento in corso (o concluso negli anni 2015/2016) di un minore che sta frequentando la scuola dell’infanzia o qualunque grado della scuola dell’obbligo.

Al Convegno hanno partecipato oltre 200 insegnanti, folta  anche la presenza di  genitori adottivi o affidatari. Di particolare interesse, la Tavola rotonda, introdotta e coordinata da Marisa Faloppa, presidente del Comitato per l’integrazione scolastica, pomeridiana incentrata sul diritto al benessere a scuola, alla riflessione e condivisione di alcune strategie educative con esempi di modalità e strumenti.

In merito al settore dell’adozione internazionale, la situazione continua ad essere al quanto confusa, anche a causa dell’immobilismo della Cai: al riguardo ricordiamo i due durissimi articoli pubblicati quest’estate  da L’Espresso contro l’Aibi,  accusata della compravendita di alcuni minori in Congo. Certo è che l’immobilismo della CAI e la mancanza di assunzione di decisioni consequenziali a quanto denunciato dalla stessa Della Monica in occasione della sua audizione presso la Commissione Giustizia della Camera (è stata sentita  nell’ambito dell’indagine conoscitiva sullo stato dell’adozione e dell’affidamento), sui fatti successi in Congo e sull’operato dell’Aibi, rischiano di gettare pesanti ombre sull’immagine dell’adozione internazionale, pregiudicando il futuro di tanti bambini adottabili che aspettano ancora una famiglia e di danneggiare indiscriminatamente l’operato di tutti gli Enti che operano in questo campo. Aibi nega e ha denunciato alla Magistratura gli autori di questi articoli, e nega  addirittura, nei comunicati pubblicati sul loro sito, le loro responsabilità merito ai fatti accaduti in Bulgaria, responsabilità  che noi ben conosciamo, essendo in nostro possesso informazioni che non derivano unicamente dagli articoli pubblicati sull’Espresso, ma derivanti dalla lettura  degli atti (provvedimento del Tribunale per i minorenni  di Reggio Calabria, perizie e testimonianze, ecc..) e avendo ricevuto la straziante testimonianza della famiglia adottiva, pubblicata anche sul nostro sito con il titolo “E le stelle stanno a guardare...”

Concludendo vorremmo richiamare l’attenzione di tutti  su un anniversario che deve farci riflettere: il ricovero in istituto dei minori doveva essere superato entro 31 dicembre 2006, dieci anni fa (!!).  Purtroppo questo superamento in buona parte del nostro Paese non è avvenuto: infatti in diverse  realtà il cambiamento è avvenuto solo apparentemente, con un cambio di denominazione. Oltre ai dati forniti nel 9° rapporto CRC segnaliamo che l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, nel volume La tutela dei minorenni in comunità, del novembre 2015 ha pubblicato la prima raccolta-dati sperimentale, elaborata con le Procure della Repubblica presso i Tribunali per i Minorenni. “Questo lavoro nasce anche dalla consapevolezza che le generalizzazioni non fanno il bene dei bambini, già segnati da storie famigliari difficili, e non permettono di affrontare le vere criticità. Misurare il fenomeno è necessario – ha  affermato il  Garante per l’infanzia e l’adolescenza  Spadafora (ora sostituito da  Filomena Albano) -, anche per intervenire sulle storture del sistema. Va, inoltre, necessariamente facilitata e sostenuta la collaborazione tra i diversi enti che monitorano e si occupano dei minorenni collocati in comunità”. Dai dati ricevuti dalle Procure minorili – a cui le comunità sono tenute ad inviare un report semestrale – emerge che, al 31 dicembre 2014, i minorenni presenti a vario titolo nelle comunità erano 19.245, di cui il 43% di origine straniera (di questi circa la metà non accompagnati), collocati in poco più di 3mila strutture con una media di 6,7 minorenni in ciascuna. Il 58,9% si trovava al Centro Nord ed il 41,1% nel Sud e nelle Isole. La fascia d’età più numerosa, quella tra i 14 e i 17 anni, rappresenta il 57,2% del totale: quella degli adolescenti è la parte più cospicua perché, è difficile trovare famiglie disposte ad accoglierli in affidamento o ad adottarli, inoltre è l’età della maggior parte dei minorenni stranieri non accompagnati che arrivano in Italia.

Come avrete compreso molto resta ancora da fare per assicurare il diritto di ogni minore a crescere in famiglia Per richiamare l’attenzione su questa realtà, troppo spesso ignorata anche dalle Istituzioni, è stata lanciata, con l’adesione  anche della nostra Associazione, la Campagna “Donare Futuro” partita in otto regioni d’Italia: Abruzzo, Basilicata,Calabria, Campania, Lazio, Molise, Puglia e Sicilia. La Campagna nasce sulla scia delle iniziative orientate, già a partire dai primi mesi del 2015, a impegnare le Amministrazioni regionali del Centro-Sud Italia, dove sono più marcate le carenze e maggiore è il numero dei minori costretti a vivere “fuori dalla famiglia di origine”, nello sviluppo di adeguate misure per la tutela del diritto dei bambini e dei ragazzi  a crescere in una famiglia. Le Associazioni hanno individuato cinque proposte urgenti da rivolgere a tutti i rappresentanti istituzionali del Centro-Sud, realizzabili in tempi brevi e con impegni organizzativi ed economici assolutamente sostenibili: garantire sostegni economici, sociali e psicopedagogici alle famiglie affidatarie.

Nell’augurarci che nel nuovo anno ci sia una  maggiore attenzione da parte di tutti nei confronti dei bambini soli di cui ci occupiamo e che porti salute e serenità alle nostre famiglie trasmettiamo i migliori auguri a tutti coloro che ci leggono.